Qualche nodo viene al pettine (lo avevamo detto)!
Forse qualcuno si ricorderà che,
tempo fa, avevamo rilasciato un comunicato in cui prendevamo in esame, in
maniera critica, la decisione di istituire il servizio di vigilanza in Piazzale
della Pace (
qui
il comunicato integrale). Il voler tornare su una questione apparentemente
chiusa, deriva semplicemente dalla constatazione, di fatto, che quanto
affermato nel comunicato, oggi appare quanto mai logico, pertinente e
lungimirante. In questi ultimi giorni, infatti, Piazzale della Pace
ha
visto un gran numero di uomini delle forze dell'ordine, Polizia,
Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale impegnati congiuntamente a
passare al setaccio la piazza, anche con l’ausilio dei cani antidroga, con la
finalità di restituire la piazza ai cittadini.
Ma ritorniamo un attimo al
comunicato di quest’estate; nel commentare l’annuncio del Comandante Dott. Noè,
riguardante l’istituzione del servizio di presidio in tale piazza, con due tre
agenti e in orari fissi e prestabiliti, e del ripristino della garitta(!),
avevamo criticato la modalità e gli obiettivi da monitorare, individuati dal
Comandante (dietro indicazione dell’amministrazione), non la necessità di
prendere provvedimenti inerenti la piazza, istituendo servizi idonei e mirati,
atti a contrastare con forza tutte quelle attività illecite. Inoltre, avevamo
avuto modo di portare alla luce alcune contraddizioni insite negli intenti
dell’amministrazione. Riportiamo di seguito un estratto di quanto dichiarato
allora dal Comandante della Polizia Municipale:
“Il
ruolo del servizio di vigilanza è finalizzato alla prevenzione di fenomeni
potenzialmente illeciti, che possono accrescere la percezione di insicurezza:
dall’abbandono di rifiuti al commercio abusivo e di prodotti contraffatti,
forme di accattonaggio, bivacchi, giochi e aggregazioni moleste, ma anche
comportamenti che, pur non costituendo illeciti, potrebbero diventare
pericolosi. Non è consentita inoltre l’attività sportiva. Tra i divieti, poi,
le biciclette non possono circolare sul manto erboso. Nel caso di palesi illeciti,
gli agenti della Municipale interverranno direttamente con multe e sanzioni. In
altre situazioni più delicate, si avvarranno invece dell’intervento congiunto
delle forze di polizia e dei carabinieri”.
Le nostre perplessità derivavano dal
fatto che ci sembrava poco incisivo e molto pericoloso dedicare due o tre
agenti alla sorveglianza di una zona considerata altamente problematica:
soprattutto ci sembrava parecchio riduttivo far passare l’idea che i problemi
di Piazzale della Pace fossero legati all’accattonaggio, ai bivacchi e ai
giochi. La morale del racconto fatto dall’amministrazione è che si dovevano
dedicare agenti di polizia municipale al controllo prioritario di tali
fenomeni, nonostante contestualmente si verificano eventi delittuosi, quali lo
spaccio di sostanze stupefacenti, risse, aggressioni, comportamenti molesti
dovuti all’alterazione da alcool e droghe. L’indirizzo, quindi, pareva essere
quello di multare chi mangiava un panino sulle scale del Regio, mentre in caso
di “situazioni più delicate” - quale può essere ad esempio un’aggressione o un
episodio di spaccio in flagranza - gli agenti in presidio si sarebbero dovuti
fermare, allertare la Centrale Operativa, che a sua volta avrebbe allertato le
altre forze dell’ordine, e aspettare l’arrivo di Polizia o Carabinieri per intervenire
congiuntamente; nel frattempo, però, l’aggressore porta a termine il suo
intento delittuoso o lo spacciatore è libero di prendersi gioco del sistema.
Tale indirizzo, inutile specificarlo, è figlio di una totale mancanza di
conoscenza del ruolo della Polizia Municipale che, in quanto “polizia” ha gli
stessi doveri delle altre forze dell’ordine in caso di reato. Non solo. Tali
affermazioni sono anche figlie di una ricerca ossessiva di visibilità, a
discapito della sicurezza della popolazione e degli operatori stessi. Ancora
una volta, spiace constatare come la classe politica fatichi ad ammettere una
verità ormai consolidata:
la Polizia Municipale non è più quella di 20 o 30
anni fa, ma è cambiata insieme alla società, adeguandosi ad essa e alle nuove
necessità. Quello che non è cambiato, purtroppo, è la visione di essa da parte
di coloro che ne dispongono, facendo sì che gli agenti vengano visti come tanti
Sceriffi di Nottingham, pronti a spennare i malcapitati cittadini, sminuendone
il lavoro e il ruolo sociale. Cosa pensate che possano fare due o tre agenti di
fronte alle 10 o più persone intente a menarsi, ad accoltellarsi, per decidere
chi deve spacciare e chi no? Eppure sono lì, e devono intervenire. DEVONO intervenire.
E lo hanno fatto: in questi mesi sono stati effettuati numerosi interventi in
Piazzale della Pace, volti alla repressione e anche alla prevenzione dei reati.
Alcuni ve li abbiamo raccontati noi, proprio su questo blog, altri li avete
sentiti al telegiornale o letti sulle testate cittadine. L’ultimo intervento è
stato fatto proprio un paio di settimane fa, insieme alla Polizia di Stato e ad
una unità cinofila della Polizia Municipale di Modena. No, non è un errore: il
controllo in Piazzale della Pace, in cui sono state identificate numerose
persone, di cui alcune tratte in arresto, è stato fatto anche in collaborazione
con un’unità cinofila proveniente da Modena. A Parma però i cani non servono e,
dietro precisa volontà e indicazione di questa Amministrazione, il nucleo
cinofili di Parma è stato dismesso, probabilmente perché, come dichiarato in
più occasioni dall’assessore C. Casa, i “
Vigili
devono fare i Vigili, quindi, i due agenti a quattro zampe sono
stati messi in pensione anticipata, con buona pace dei cittadini e grande gioia
degli spacciatori. Ma questa è un’altra storia che racconteremo a parte, con
l’attenzione che merita. Quello che adesso ricordiamo è che durante il periodo
di attività del nucleo cinofili, sono state sequestrate discrete quantità di
sostanze stupefacenti e Piazzale della Pace era zona tenuta sotto battuta
costantemente, come mostre le seguente immagini di repertorio.
Una domanda però, a questo punto,
sorge spontanea: cosa intendeva l’assessore Casa con “i Vigili devono fare i
Vigili”? Perché ancora oggi a noi sfugge il significato della cosa: ma, forse,
una chiave di lettura la si può trovare nella direzione presa in questi anni
dall’Amministrazione. Niente cani antidroga, niente Pronto Intervento
(recentemente frantumato dalle due riorganizzazioni ad opera della Dott.ssa
Verrusio prima, e del Dott. Noè poi), potenziamento dei servizi appiedati in
zone non problematiche sotto l’aspetto della sicurezza, ma ricche di auto in
sosta non regolare, potenziamento del reparto che si occupa di accertamenti
della velocità (autovelox), distrazione dell’Autodetector dalla sua funzione
naturale, nato per stanare gli evasori e i veicoli privi di assicurazioni, se
non rubati, oggi usato per sanzionare i veicoli in divieto di sosta (utilissimo
per rimpinguare le casse, ma di pessimo utilizzo se si pensa alla sicurezza dei
cittadini), ecc.
Ridurre a sole 10 unità, che devono
lavorare su tre/quattro turni, il reparto pronto intervento e servizi mirati,
appare, a rigor di logica, come una netta volontà di renderlo inefficiente e
non operativo. Smantellare, infatti, a piccoli passi il reparto che più di
tutti ha attinenza con quei servizi, quali la Polizia Giudiziaria, che attengono
in senso stretto al tema “Sicurezza”, potenziando, di converso, sempre più quei
reparti che per loro stretta natura assicurano ai cittadini qualche multa in
più sul parabrezza, a discapito della loro sicurezza appunto, può
effettivamente essere utile per capire cosa avesse voluto intendere l’Assessore
quando affermava “i Vigili devono fare i Vigili”!
Amici lettori, se state pensando a
vagonate di multe, sappiate che lo state deducendo voi!